CADUTA POTERE ACQUISTO FAMIGLIE OLTRE IL 5%. CON INCIDENZA NEGATIVA DEL MERCATO. MA PEGGIORE INCIDENZA SU FAMIGLIE A BASSO REDDITO. MISURE URGENTI DA ATTUARE

L’Istat ha certificato che con questi tassi di inflazione il potere di acquisto dei lavoratori sta perdendo oltre il 5% del suo valore. Cosa vera e assai preoccupante anche perché ciò causerà una ulteriore contrazione dei consumi innestando un circolo vizioso negativo tra produzione e mercato.

Ma la questione vera è che questi tassi di inflazione incideranno maggiormente sulla qualità della vita di alcune categorie sociali, quelle meno abbienti, quali cassa integrati, disoccupati, famiglie in povertà che hanno raggiunto i due milioni complessivi, nonché i pensionati al minimo.

Ed è per loro che in una fase come questa, sperando ovviamente, che presto si possa trovare una soluzione diplomatica alla guerra ed ai conseguenti sommovimenti geo-economici , che bisogna intervenire presto e bene  in queste direzioni:

  • accelerazione degli investimenti di qualsiasi natura ma soprattutto di PNNR per l’economia e per le ricadute occupazionali.
  • azzerare almeno per sei mesi  l’IVA del 4% sui beni di prima necessità.
  • donare immediatamente a cooperative di giovani i terreni incolti e abbandonati al fine di incrementare lavoro e derrate alimentari nazionali.
  • anticipare a metà anno la perequazione relativa al tasso di inflazione per le pensioni al minimo, al fine di restituire loro un minimo di sostegno.

Naturalmente tutto ciò al netto di altre questioni fondamentali e da attuare come la diversificazione degli approvvigionamenti energetici o la realizzazione di quelli alternativi nel nostro paese ed altro ancora – dichiara Rosario Trefiletti – Presidente Centro Consumatori Italia.